Autore: | Cristiana Pumpo, |
ISBN: | 978-88-6254-111-4 |
2011, pp.104, illustrato, 12x19
Con la prefazione di Carlo Bonini
Postfazione di Giuliana Sgrena
Vincitore premio "Pavoncella" 2012
"Un agguato feroce, in una gola secca e dai tratti irreali (il Tangi Gharu, nelle vicinanze di Sorobi, un villaggio a circa quaranta chilometri dalla meta finale), lungo una strada tortuosa e arida, piena di buche, sassi e polvere che segue il fiume Kabul, a venti metri di strapiombo; un cuneo tra le rocce venate di rosso, dove il sole batte a picco illuminando una valle desertica di straordinaria ed inquietante bellezza. Maria Grazia – come tutti i giornalisti, operatori e fotografi arrivati da ogni parte del mondo prima in Pakistan e, poi, in Afghanistan all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle – la sta percorrendo nel tentativo di raggiungere la capitale afghana e testimoniare gli avvenimenti nella città libera dai Talebani. Un viaggio faticosissimo lungo quella che da tutti è conosciuta come la strada della morte, iniziato all’alba del 19 novembre su una jeep a Jalalabad. In questa città dell'Afghanistan orientale l’inviata del Corriere è arrivata solo qualche giorno prima, di notte, da Peshàwar, in Pakistan, che per due mesi è stata la base per il suo lavoro, non potendo entrare nell’Afghanistan occupato.
Sto entrando con un gruppo di armati, dice ai colleghi per telefono; una dei pochi reporter internazionali, una dei pochissimi italiani che riesce ad attraversare il Khyber Pass, il punto di confine tra Pakistan e Asghanistan. "
Queste pagine raccontano la storia di una giovane donna che ha tradotto i giorni della sua vita in passione. Raccontano la determinazione, l’inquietudine, la curiosità, il rigore e gli affanni di chi decide, spesso contro la mentalità corrente, che il corso della vita debba rispondere solo alle ragioni del proprio sentire.
Queste pagine raccontano la storia di Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera, uccisa a 39 anni in Afghanistan nel 2001, mentre faceva il suo lavoro, lungo la strada che da Jalalabad porta a Kabul.
Completano il libro un vasto apparato fotografico, testimonianze e molti appunti e lettere inedite di Maria Grazia messe gentilmente a disposizione dalla Fondazione Cutuli che promuove la pubblicazione di questo libro.