Si può leggerlo come un diario, si possono scorrere le sue pagine cercando un punto di partenza, un punto preciso da dove si dipanano la storia e i personaggi di questo romanzo. Questo punto si trova nel vissuto quotidiano.
Ma il tentativo di coltivazione illegale di poche piante di cannabis si trasforma in un pretesto per ripercorrere la storia della messa al bando della pianta di canapa, vista dagli occhi di un uomo qualunque in una città anonima che potrebbe identificarsi in una qualsiasi città d’Italia. Il protagonista, affiancato da personaggi e trame a volte quasi paradossali, mette in guardia contro lo strapotere vessatorio che gli enti pubblici hanno sul semplice cittadino e racconta il difficile rapporto tra genitori e figli attraverso una costante ricerca di tranquillità interiore in sintonia con la natura e l’ambiente.
Alla luce delle notizie pubblicate in cronaca negli ultimi mesi, a partire dalla richiesta dell’OMS di depenalizzare consumo e coltivazione di cannabis in tutto il mondo, il romanzo assume un’attualità sconcertante.