Biografie e scrittura di viaggio al femminile. Collana fondata da Clara Sereni. Parte dei proventi sono devoluti in beneficenza a sostegno dei progetti della Fondazione "La città del sole" Onlus.
Clara ha fondato e diretto per quasi dieci anni questa collana dedicata alle donne e alle scritture di viaggio, perché il viaggio cambia, trasforma, sposta l’attenzione dall’altra parte, lo frammenta in più punti di vista. E proprio per questo è nato questo libro che non vuole essere un’opera esaustiva sulla sua personalità o della sua poetica, ma un mosaico di sguardi sulla sua esistenza a cui hanno partecipato Dacia Maraini, Walter Veltroni, Tiziana Bartolini, Silvia Calamandrei, Sandra Petrignani, Vincenzo Cottinelli, Michela Monferrini, Benedetta Centovalli e molti altri, un’operazione che insieme abbiamo fatto molte volte per tutte le donne raccontate in questa collana. Ma oggi, una farfalla, la più bella, è dedicata a Clara Sereni.
A cento anni esatti (2 febbraio 1919) dalla nascita esce la biografia di una donna, Tullia Zevi, il cui operato è ancora un ricordo vivo nelle istituzioni del nostro Paese, la sua vita di intellettuale, giornalista e scrittrice si è intrecciata con la vita della Repubblica del dopoguerra, una delle voci più alte dell’ebraismo italiano, una delle poche giornaliste straniere presenti al Processo di Norimberga. Questo libro è anche il lascito di Clara Sereni, fondatrice della collana, che ha contrbuito a intrecciare con la sua le voci e i ricordi di Liliana Segre, Lia Levi, Walter Veltroni, Piera Di Segni, Emanuele Ascarelli, Luca e Adachiara Zevi e molti altri, per ricordare, soprattutto alle giovani generazioni, una figura femminile di così alto spessore.
Attraverso le voci di importanti firme del panorama culturale italiano, tra cui Furio Colombo, Giosetta Fioroni, Dacia Maraini, Enzo Siciliano, Eugenio Scalfari, Elisabetta Rasy, e i materiali inediti messi a disposizione dalla famiglia, è qui raccontata la vita, a lungo rimasta nell’ombra, di una delle donne più brillanti che hanno animato la società letteraria e artistica del Novecento.
A venti anni esatti dalla scomparsa di Marguerite Duras l'autore di questo libro ripercorre le tappe del suo itinerario biografico e letterario e cerca di ricostruire la mappa genetica della sua opera: l'Indocina dell'infanzia e della prima giovinezza, la Parigi del Novecento, la Normandia e l'Atlantico, assieme ai luoghi fittizi dei suoi romanzi.
Questo libro, con i ritratti fotografici di Vincenzo Cottinelli. è un mosaico di voci e di immagini e, a vent’anni esatti dalla morte di Grazia, offre una ricostruzione impossibile, com’è sempre quella che si tenta di fronte a una vita che è stata alta, ma che ha voluto sparire o è sparita per un ordine naturale delle cose. Tante le testimonianze all’interno di questo libro, Alessandro Baricco, Stefano Benni, Goffredo Fofi, Maurizio Maggiani, Oreste Pivetta, Alberto Rollo, Lalla Romano, Clara Sereni, e altri, che raccontano il viaggio della sua vita, gli incontri, le occasioni. Come se lei, in questa storia che è stata la sua storia, non fosse affatto la viaggiatrice: come se lei fosse il viaggio.
I luoghi di Anna Maria Ortese sono «fuori dalle mappe geografiche», seguono vie a volte imperscrutabili e indicano passaggi possibili verso la conoscenza. Ma affondano le loro radici nel reale, in quel drammatico quotidiano che reca con sé frammenti di ricordi, pensieri compiuti o immagini giocose, percorre territori conosciuti e visita, con una grande capacità di osservazione, gli angoli più struggenti e veri di un Sud dimenticato dalla civiltà che porta ancora le ferite dell’Italia del Dopoguerra.
Di Alexandra David-Néel in questo libro si ricorda l’anelito di libertà, l’emancipazione, la forza, la sete filosofica, i viaggi in Oriente. Della sua ricerca di vita, svolta contemporaneamente su un piano geografico e spirituale, queste pagine raccontano le tappe più importanti, ma soprattutto la messa in discussione di tutti i luoghi comuni, di tutte le certezze, con l’unico obiettivo della ricerca di quella Verità che, da sola, soddisfa e appaga i veri cercatori dello spirito.
Un libro che parla di donne e viaggi. Viaggi lunghi come la vita, viaggi brevi come una vita, viaggi folli. Nove racconti che hanno come protagoniste nove donne nate dalle scritture, sacre e profane. L’autrice ne segue le tracce raccogliendo, come indizi seminati fra le parole, i pochi oggetti che hanno portato con sé: ogni donna una storia, ogni storia un viaggio, ogni viaggio un bagaglio. La decima donna viene sorpresa come un intruso spiato da uno specchio, mentre si attarda con la valigia ancora aperta: bagaglio ridotto, partenza indefinita eppure certa, scelta fra l’essenziale e l’inessenziale.
Un velo di riserbo, un singolare pudore avvolge la vita profonda di Costanza Monti Perticari, a tutela di un’identità fiera, restia a ogni contatto con gli altri che somigliasse a un’intrusione. Una donna vissuta all’ombra del padre Vincenzo Monti, una fine letterata che, nonostante le avversità della sua breve vita, ha compiuto un singolare viaggio nella letteratura componendo il poemetto "L'origine della rosa" che qui viene trascritto dalla vulgata dell'Ottocento e commentato con la puntualità e il rigore scientifico di una filologa della Società Italiana delle Letterate.
Una vita in viaggio quella di Maria Teresa Regard, scrittrice e corrispondente italiana a Pechino per “L’Unità” negli anni Cinquanta del Novecento insieme al marito Franco Calamandrei. La figlia Silvia Calamandrei racconta la madre attraverso i ricordi familiari, le lettere, i racconti inediti, gli articoli e i reportage pubblicati su “Paese Sera” a metà degli anni Ottanta, dalla Cina, dal Vietnam e dal Tibet.
Queste pagine raccontano la storia di una giovane donna che ha tradotto i giorni della sua vita in passione. Raccontano la determinazione, l’inquietudine, la curiosità, il rigore e gli affanni di chi decide, spesso contro la mentalità corrente, che il corso della vita debba rispondere solo alle ragioni del proprio sentire. Queste pagine raccontano la storia di Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera, uccisa a 39 anni in Afghanistan nel 2001, mentre faceva il suo lavoro, lungo la strada che da Jalalabad porta a Kabul.
Membro onorario del Ladies’ Alpine Club, donna coraggiosa e con un grande senso di umanità, Una ha lasciato traccia di sé e delle sue esplorazioni nei diari scritti e illustrati di prima mano - qui per la prima volta tradotti in italiano - emozioni uniche, espressioni di una sensibiltà non comune, che trasferiva nel piccolo taccuino che portava sempre con sé insieme alla pipa di cui era accanita fumatrice.
Questo romanzo breve, scritto da Paola Biocca prima di "Buio a Gerusalemme" con cui ha vinto il Premio Calvino, è rimasto nel cassetto per molti anni e vede la luce a 12 anni dalla sua scomparsa avvenuta in Kosovo nel 1999. Oggetto del racconto è un tema scottante e attuale: il riciclaggio di rifiuti industriali e le ecomafie italo-turche.
Di Eva, madre di Italo Calvino, e dei suoi lunghi viaggi, soprattutto a Cuba e in Messico, raccontano le pagine autografe, le intime riflessioni e gli scambi epistolari mai pubblicati prima e provenienti da carteggi e collezioni private, in un’epoca (l’inizio del Novecento) in cui rarissime sono le figure di donne italiane che si sono dedicate con tanta assiduità alla causa della ricerca e della divulgazione scientifica.