Autore: | Esther Basile, |
ISBN: | 978-88-6254-156-5 |
2014, pp.170, ill.,12x19
brossura con bandelle
«Rovinosamente timida, si diceva di lei, ma anche intransigente nel pretendere un aiuto, un soccorso immediato: una sigaretta, un chicco di caffè per non disturbare; una matita, almeno quella, per poter scrivere, l’Olivetti è rotta!» (Renata Prunas)
I luoghi di Anna Maria Ortese sono «fuori dalle mappe geografiche», seguono vie a volte imperscrutabili e indicano passaggi possibili verso la conoscenza. Ma affondano le loro radici nel reale, in quel drammatico quotidiano che reca con sé frammenti di ricordi, pensieri compiuti o immagini giocose, percorre territori conosciuti e visita, con una grande capacità di osservazione, gli angoli più struggenti e veri di un Sud dimenticato dalla civiltà che porta ancora le ferite dell’Italia del Dopoguerra. L’esperienza della rivista “Sud”, il dolore privato e il dolore sociale, le invettive del suo essere donna controcorrente, la militanza giornalistica, l’utopia, l’erranza e la diversità: di questo parlano i luoghi di Anna Maria Ortese, mute presenze attraverso cui si dipana lo stile narrativo di una delle maggiori espressioni del Novecento letterario italiano raccontate in questo libro con i contributi e ricordi di molti scrittori tra cui Dacia Maraini, Renata Prunas, Raffaele La Capria, Marosia Castaldi.
I luoghi di Anna Maria Ortese sono «fuori dalle mappe geografiche», seguono vie a volte imperscrutabili e indicano passaggi possibili verso la conoscenza. Ma affondano le loro radici nel reale, in quel drammatico quotidiano che reca con sé frammenti di ricordi, pensieri compiuti o immagini giocose, percorre territori conosciuti e visita, con una grande capacità di osservazione, gli angoli più struggenti e veri di un Sud dimenticato dalla civiltà che porta ancora le ferite dell’Italia del Dopoguerra.