Una sezione letteraria di grande intensità con opere prime ricche di spunti. Leggere il presente attraverso la memoria. Voci, suoni, odori, colori che appartengono alla storia o alle microstorie di cui ogni terra è ricca. Libri dedicati alla tradizione popolare, memoriali, autobiografie, diari, storie di vita e racconti pieni di umanità e poesia.
Un viaggio a piedi lungo oltre 1500 chilometri da Sarzana (SP) a Colle du Somport (F), nei pressi di Lourdes, in oltre sessanta tappe per parlare di come la disabilità possa non diventare handicap grazie allo sport e all'arte: è questo, in pochissime parole "Il cammino di Marcella".
Anna Maria Rastello, madre di Marcella disabile a causa di un incidente, è partita il 26 febbraio 2011, con lo zaino in spalla ed un bel progetto da realizzare, ed è arrivata a Lourdes il 9 maggio, attraverso un cammino ricco di incontri, paesaggi ed emozioni. Il libro è il diario di viaggio del “Cammino di Marcella”.
In questo romanzo, costruito come un noir metropolitano ambientato a Torino, la malattia è una co-protagonista insidiosa e bastarda che rallenta le indagini alla ricerca della verità.
Andrea, il protagonista della storia, è giornalista in una redazione di provincia e, con un collega, inizia a indagare su un caso “che scotta” facendone oggetto d’inchiesta: è uno dei tanti eroi del nostro tempo, sconosciuto ai più, ma senza il quale non è possibile sperare in un futuro diverso.
Un romanzo ben scritto, ricco di contenuti forti e con il piglio narrativo e la struttura del giallo che tiene con il fiato sospeso fino alla fine.
Già uscito in lingua ceca, viene pubblicato integralmente il "Diario dal carcere" di Antonie (o Tonicka) Hofmanova, donna coraggiosa vissuta nel secolo scorso in Cecoslovacchia, che ha osato sfidare il potere ideologico e politico dell’Europa dell’Est molto prima della caduta dei muri e delle frontiere, in un clima di desolante guerra fredda e persecuzione religiosa. Proprio per questa ragione la giovane terziaria francescana Jana, il nome con cui Tonicka ha scelto di identificarsi in questa storia autobiografica, è stata imprigionata per alcuni anni nelle fredde celle di un carcere ceco.
Libertà nella non libertà è la traduzione in italiano del suo diario dal carcere (titolo originale Svoboda v nesvobodè) che racconta, con lo stile di un memoriale dai toni delicati, la crudeltà di una prigionia comune a molte donne condannate per motivi politici, ideologici o religiosi.
A distanza di tre secoli si riconsegna alla Storia la vita di questo frate converso, contemporaneo di S. Giovanni della Croce e di S.Teresa d’Avila, che Papa Clemente VIII ha innalzato agli onori degli altari come Venerabile.
Frate Francesco del Bambin Gesù era affetto da un disturbo pervasivo dello sviluppo (autismo) che ne ha determinato una peculiare comunicazione con il prossimo e con il suo interlocutore maggiormente importante: il Bambino Gesù.
Il libro racconta la storia di Marco, bambino con disabilità adottato da una madre single. Con l’intensità di una scrittura narrativa delicata, essenziale, Elena racconta due vite che si intrecciano tra loro, la sua e quella del figlio, nello stupore di una condivisione profonda, sincera e senza mediazioni. Molti amici dai nomi fiabeschi ed eroici popolano il mondo di Marco ed aiutano Elena nell’impresa di compiere piccoli miracoli quotidiani che ci restituiscono una vita gioiosa e piena di senso.
Questo libro è una lunga passeggiata che si snoda tra il 1950 e il 1980 attraverso le vicende e le storie di una famiglia. A far da cornice gli eventi della cronaca giornaliera e quelli di una società in continua evoluzione, con cambiamenti epocali che hanno portato l’Italia da operoso paese contadino a civiltà industriale e consumistica. Il racconto, scritto con garbo e intensità, ripercorre vicende personali dell’autrice e la trasformazione di un quartiere di Perugia, le Case Bruciate, un tempo periferica e amena zona coltivata ad ulivi e oggi inglobata nel tessuto cittadino. Sullo sfondo l’impegno politico e sociale dell’autrice che la porta a compiere scelte difficili e sofferte.
Questo libro è una lunga passeggiata che si snoda tra il 1950 e il 1980 attraverso le vicende e le storie di una famiglia. A far da cornice gli eventi della cronaca giornaliera e quelli di una società in continua evoluzione, con cambiamenti epocali che hanno portato l’Italia da operoso paese contadino a civiltà industriale e consumistica. Il racconto, scritto con garbo e intensità, ripercorre vicende personali dell’autrice e la trasformazione di un quartiere di Perugia, le Case Bruciate, un tempo periferica e amena zona coltivata ad ulivi e oggi inglobata nel tessuto cittadino. Sullo sfondo l’impegno politico e sociale dell’autrice che la porta a compiere scelte difficili e sofferte.
In questo romanzo prendono vita, con commovente semplicità, le passioni, i timori, le disavventure, le piccole gioie, le lunghe attese e le vicende legate al protagonista, un giovane che ci racconta i tragici fatti della Prima Guerra Mondiale e le sue speranze di
reduce.
Queste storie d’amore e di eroismo appartengono alla memoria popolare e si svolgono in Toscana, tra la Valdichiana e le colline fiorentine.
Attraverso le voci di importanti firme del panorama culturale italiano, tra cui Furio Colombo, Giosetta Fioroni, Dacia Maraini, Enzo Siciliano, Eugenio Scalfari, Elisabetta Rasy, e i materiali inediti messi a disposizione dalla famiglia, è qui raccontata la vita, a lungo rimasta nell’ombra, di una delle donne più brillanti che hanno animato la società letteraria e artistica del Novecento.
A venti anni esatti dalla scomparsa di Marguerite Duras l'autore di questo libro ripercorre le tappe del suo itinerario biografico e letterario e cerca di ricostruire la mappa genetica della sua opera: l'Indocina dell'infanzia e della prima giovinezza, la Parigi del Novecento, la Normandia e l'Atlantico, assieme ai luoghi fittizi dei suoi romanzi.
Questo libro, con i ritratti fotografici di Vincenzo Cottinelli. è un mosaico di voci e di immagini e, a vent’anni esatti dalla morte di Grazia, offre una ricostruzione impossibile, com’è sempre quella che si tenta di fronte a una vita che è stata alta, ma che ha voluto sparire o è sparita per un ordine naturale delle cose. Tante le testimonianze all’interno di questo libro, Alessandro Baricco, Stefano Benni, Goffredo Fofi, Maurizio Maggiani, Oreste Pivetta, Alberto Rollo, Lalla Romano, Clara Sereni, e altri, che raccontano il viaggio della sua vita, gli incontri, le occasioni. Come se lei, in questa storia che è stata la sua storia, non fosse affatto la viaggiatrice: come se lei fosse il viaggio.
I luoghi di Anna Maria Ortese sono «fuori dalle mappe geografiche», seguono vie a volte imperscrutabili e indicano passaggi possibili verso la conoscenza. Ma affondano le loro radici nel reale, in quel drammatico quotidiano che reca con sé frammenti di ricordi, pensieri compiuti o immagini giocose, percorre territori conosciuti e visita, con una grande capacità di osservazione, gli angoli più struggenti e veri di un Sud dimenticato dalla civiltà che porta ancora le ferite dell’Italia del Dopoguerra.
Di Alexandra David-Néel in questo libro si ricorda l’anelito di libertà, l’emancipazione, la forza, la sete filosofica, i viaggi in Oriente. Della sua ricerca di vita, svolta contemporaneamente su un piano geografico e spirituale, queste pagine raccontano le tappe più importanti, ma soprattutto la messa in discussione di tutti i luoghi comuni, di tutte le certezze, con l’unico obiettivo della ricerca di quella Verità che, da sola, soddisfa e appaga i veri cercatori dello spirito.
Un libro che parla di donne e viaggi. Viaggi lunghi come la vita, viaggi brevi come una vita, viaggi folli. Nove racconti che hanno come protagoniste nove donne nate dalle scritture, sacre e profane. L’autrice ne segue le tracce raccogliendo, come indizi seminati fra le parole, i pochi oggetti che hanno portato con sé: ogni donna una storia, ogni storia un viaggio, ogni viaggio un bagaglio. La decima donna viene sorpresa come un intruso spiato da uno specchio, mentre si attarda con la valigia ancora aperta: bagaglio ridotto, partenza indefinita eppure certa, scelta fra l’essenziale e l’inessenziale.
Un velo di riserbo, un singolare pudore avvolge la vita profonda di Costanza Monti Perticari, a tutela di un’identità fiera, restia a ogni contatto con gli altri che somigliasse a un’intrusione. Una donna vissuta all’ombra del padre Vincenzo Monti, una fine letterata che, nonostante le avversità della sua breve vita, ha compiuto un singolare viaggio nella letteratura componendo il poemetto "L'origine della rosa" che qui viene trascritto dalla vulgata dell'Ottocento e commentato con la puntualità e il rigore scientifico di una filologa della Società Italiana delle Letterate.