Una sezione letteraria di grande intensità con opere prime ricche di spunti. Leggere il presente attraverso la memoria. Voci, suoni, odori, colori che appartengono alla storia o alle microstorie di cui ogni terra è ricca. Libri dedicati alla tradizione popolare, memoriali, autobiografie, diari, storie di vita e racconti pieni di umanità e poesia.
Una storia appassionata e commovente in cui si intrecciano le vite, disorientate nel vivere comune, di un uomo e una donna che si sono amti in gioventù e si ritrovano in una dimensione diversa ma possibile, dove l’amore offre nutrimenti essenziali per ridisegnare la propria esistenza ed è in grado di sanare le sofferenze di tutti i personaggi di questo libro.
I dieci racconti che compongono la raccolta Lo sguardo di Bianca, libro vincitore della I edizione del Premio Letterario Nazionale Clara Sereni, sono incentrati sull'emancipazione di una donna in un periodo storico, quello del Sessantotto, segnato da profondi cambiamenti. Il percorso della protagonista è complicato da una condizione genetica particolare, l’albinismo, che rende i suoi capelli trasparenti e la vista debole, tanto da non riuscire a riconoscere le persone che l’avvicinano.
A 80 anni compiuti l’autrice ripercorre con la memoria un decennio fondamentale per la storia del Novecento italiano, gli anni Trenta che precedono lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Un periodo lontano che Giustina racconta in prima persona come in un diario, fissando date, circostanze, persone, luoghi che hanno segnato la sua infanzia ma anche la storia italiana, che viene qui osservata con gli occhi disincantati di una bambina e raccontata per frammenti di vissuto personale.
Il Supramonte, dalla incontaminata e struggente bellezza, domina questa storia con i suoi panorami mozzafiato e i suoi silenzi eterni. Dall’alto di quei monti, l’aquila tutto vede e tutto controlla. Tra faide, tradizioni, vendette e malinteso senso di giustizia, si svolge la vita di Paolo, un giovane pastore che, nel bene e nel male, sarà destinato a lasciare un segno indelebile nell’atavica omertà paesana.
La storia dei Passano, ricca famiglia di Framura, è narrata da Anna Biasotti, ultima discendente di questo antico casato ligure. Prendendo spunto da documenti d’epoca di proprietà dei Passano-Biasotti, Anna ha scolpito nel suo romanzo personaggi realmente vissuti, rendendoli indimenticabili. La storia, a lungo dimenticata in un cassetto, era confidata a duecento pagine battute a macchina, con correzioni ai margini fatte con penne o matite dai colori diversi, alcune rese quasi illeggibili dagli anni trascorsi dalla prima stesura (quaranta o forse più). La vicenda è movimentata, spazia da Genova a Cadice, dalla Crimea all’Argentina, ma naturalmente Framura, un piccolo borgo ligure della Riviera del Levante, rimane il fulcro attorno a cui tutto ruota.
Un romanzo storico di grande intensità che racconta la storia di una famiglia da inizio Ottocento ai giorni nostri.
Il ritmo narrativo è avvincente, le vicende animano una storia intrigante, a cui non mancano colpi di scena.
Questo libro non è un romanzo e non è un saggio. Non è nemmeno un romanzo storico, anche se a primo sguardo potrebbe sembrar tale: è la storia stessa che si fa romanzo in una godibile e poetica passeggiata tra le luci e le ombre di fine Ottocento. Ci troviamo dentro all’epoca bella dell’ottimismo positivista che punta al progresso e che spinge tutti coloro che possono farlo a salire, con ogni mezzo, sempre più in alto: excelsior.
L’uomo che valore ha? Tutto, come sempre, dipende dalle persone non dai contenitori in cui operano. Sono le persone a fare la differenza. In ogni campo. In ogni azienda. In ogni scuola.
Queste domande sono alla base del tema centrale di questo romanzo, tratto da una storia vera ambientata tra una grande città del nord e una piccola cittadina del Centro-Italia.
Un romanzo che è un concentrato di intrecci, una spy story d'altri tempi che si lascia leggere tutta d'un fiato.
La storia di Luca Aiello, maratoneta non vedente, caparbio e determinato fin dall’infanzia, è a tutti gli effetti una lunga dichiarazione d’amore per lo sport e per la vita. Tutte le tappe che hanno segnato il suo cammino di uomo e atleta sono raccontate in queste pagine con intelligenza, ironia e stupore come in un romanzo: l’infanzia di un ragazzino vivace, la scoperta della malattia, le difficoltà, la grande passione per la musica, l’amore, lo sport che lo porterà a cimentarsi in sfide sempre più grandi e ambiziose per non smettere di sognare. Gli interventi di Lamberto Boranga, Serse Cosmi, Walter Novellino, Damiano Pippi, Popof (al secolo Filippo Poponesi) raccontano, secondo il loro punto di vista, questa insolita esperienza di vita e sport.
La malattia in questo libro, che dalle pagine di un diario si trasforma narrazione, è la muta e implacabile protagonista di una intensa storia che invita a riflettere sul complesso nodo dei sentimenti, in particolare sul rapporto padre-figlio, con un linguaggio fluido ed essenziale che evita melanconici indugi introspettivi e restituisce percezioni profondamente vere e umane.
La vita di Paola è una storia bellissima e positiva, di amore per la vita e per gli altri, di quelle che ti prendono il cuore e ti spingono a fare di più, ogni giorno, senza compromessi. La storia di Paola è una storia che doveva essere raccontata.
Il dolore non si supera, va vissuto e se ne viene fuori trasformati. Non ci sono scorciatoie per andare oltre: l’unico modo è passarci dentro. Sette racconti, sette storie straordinarie emotivamente coinvolgenti. Esperienze importanti, vissuti personali che trovano accoglienza nella condivisione e stemperano il dolore trasformandolo in cura.
Ventinove interviste ad atleti Paralimpici, Nazionali e campioni in molte discipline, tra cui handbike, wheelchair tennis, sci alpino, moto, vela, automobilismo, paracadutismo. Storie straordinarie, emotivamente coinvolgenti, donne e uomini che ogni giorno lottano per affermare il loro diritto all’inclusione, storie di sconfitte e di successi, storie vere e drammatiche, tutte ugualmente unite nella passione per lo sport, unica strada possibile per un’esistenza senza ostacoli.
Il racconto in forma d’intervista concede al lettore una confidenzialità e una condivisione pressoché totale con le vicende personali degli atleti. Ogni narrazione, diversa per stile ed espressività, è un viaggio in un vissuto unico e irripetibile che porta con sé il desiderio di rinascere dopo un brutto incidente o una malattia con la determinazione di portare avanti un progetto di vita e realizzare un sogno.
«Un documento importante, pregno di dolore ma anche di rinascita, di sublimazione della propria residua capacità fisica e della propria voglia di esistenza. Ciò che rimane negli occhi e nel cuore di chi legge questo intenso libro è la capacità umana di sopravvivere e di reinventarsi. La forza, la libertà, di un'alba e di un tramonto, respirati e vissuti con la forza dell'essere umano nel cuore.» (dalla Prefazione di Paola M. Bevilacqua)
Quattro storie di donne nate tutte nel Novecento: due di loro quasi agli inizi, le altre due quasi alla fine. Le loro vite si intrecciano a quelle di altre donne, e le loro memorie individuali si uniscono a quella collettiva di cui esse sono parte. Un viaggio nel passato per raccontare la complessità dell’oggi.
«Le quattro bambole di cui mi parlava la zia Lavinia mi sono cresciute dentro, e ho immaginato altre storie. Sono le storie di Ada, Tina, Yohandra e Sara. Storie di donne e non di bambole. Ho cercato di ricomporre il passato per riordinare il presente. Ho capito che non sono state importanti solo le amiche che hanno condiviso con me questi anni, ma anche altre donne che mi furono madri e che io contestai; come oggi sono importanti quelle donne, che non sempre comprendo, ma che sento essermi figlie. È per questo motivo che ho voluto intraprendere un viaggio simbolico, attraverso la scrittura, nelle coscienze di alcune donne, e con la consapevolezza di riuscire solo in parte a esprimere l’infinito spazio di sofferenze esperienze saperi e conoscenze, che si portano addosso».
Lyudmila è stata una bambina di Chernobyl. Ormai novantenne si siede su una vecchia sedia foderata di ruvida stoffa gialla, con una tazza di tè e una fetta di pane nero ricoperto di marmellata di prugne. Un sapore antico che le ricorda affetti e tenerezze delle sue estati italiane, un sapore mai dimenticato.
E inizia a raccontare. Racconta la sua vita, una vita faticosa, tutta in salita.
Dalla sua prima vacanza terapeutica in Italia al ruolo di figlia, di madre e di sorella, il racconto di una vita tutto incentrato sulla necessità di capire. Una necessità intima, assoluta, che diventa il senso stesso di un’intera esistenza.