Francesca Bizzarri


Giornalista romana, laureata, ha partecipato alla programmazione culturale dell’Istituto del Teatro dell’Università di Roma. Ha collaborato alla rivista “Biblioteca teatrale” (Bulzoni editore), ed ha svolto attività di ricerca presso il Centro Documentazione e Studi della Rai per cui è stata redattrice della pubblicazione “IERI”. Ha curato l’Ufficio Stampa di “Fiesta! Festival di cultura Latino-Americana”. Responsabile comunicazione per la manifestazione “Vinischia” dedicata alla vitivinicoltura delle isole e del progetto “Etichetta in Braille” per un azienda del settore vinicolo, ha fatto parte delle commissioni di degustazioni del Concours Mondial de Bruxelles. Collabora con varie testate del settore enogastronomico per cui scrive in particolare di temi culturali e di “estetica” del vino.

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I segni sono quelli antichi, mura fortificate, piccoli borghi e silenzi claustrali. Le voci sono quelle dei pescatori e dei coltivatori di una terra dai frutti dimenticati. I sapori, intensi e inconfondibili, profumano di bosco e di lago.
Lungo le rive del lago Trasimeno, nel cuore di un’Umbria poco avvezza al clamore del turismo di massa, mani ruvide ed esperte coltivano la vite, l’ulivo, la fagiolina, lo zafferano, la cipolla e altri prodotti della terra. Le cantine, i vini, i produttori incontrati lungo gli itinerari della Strada del Vino Colli del Trasimeno, che può contare su tre differenti Doc, sono oggi una realtà economica in forte espansione. La gente di questi luoghi che, con amore e passione produce vino e offre ospitalità rurale, racconta un territorio ricco di storia, arte e natura. Gli itinerari di questa guida, che si snodano dal Trasimeno ai colli perugini fino a toccare un lembo dell’Alta Valle del Tevere, vanno letti con uno spirito di apprezzamento verso un territorio che comunica un grande senso di tranquillità radicato in una mai dimenticata, a volte inconsapevole, classica misura delle cose e dell’uomo.

12,00€

La Commedia dell’Arte non nasce in nessuna città, nessuna patria sicura per un teatro che vive del viaggio e dello scambio. La fame e la sete erano una dura realtà per le compagnie di teatranti che tra il ‘500 e il ‘600 girovagavano tra le corti dei potenti d’Italia, Francia, Spagna e Inghilterra, con alterne fortune.
Si racconta in questo libro della vita e dei gusti dei comici “Gelosi”, la compagnia che annoverò tra le sue fila, ed era una novità assoluta, una prima attrice come Isabella Andreini, comica virtuosa. Fatto eclatante visto che fino ad allora le parti femminili erano recitate da uomini, e fu questo uno dei motivi del successo delle compagnie italiane.
Un viaggio malinconico e reale sulla carretta dei comici per parlare di cibo, ma non solo: leggendo il libro si scopre infatti che questi poveri disperati in realtà potevano abbuffarsi solo quando sedevano alle tavole dei ricchi a cui allietavano l’animo. Ciò che emerge dai loro diari sono le storie minime, fatte di passioni travolgenti e fughe, comicità e pantagrueliche abbuffate, ma soprattutto quelle legate a un’ordinaria follia quotidiana che li spinge a girovagare animati dal demone, spietato e affascinante, dei guitti.
E chi vorrà assaporare il gusto del tempo potrà provare le ricette (molte riportate direttamente dalle fonti) dei testi classici della Francia seicentesca, di uno scalco famoso, Antonio Latini, di La Varenne, tra i primi a comporre trattati gastronomici, di Bartolomeo Stefani e del famoso cuoco francese Vatel che si suicidò per paura di di non essere all’altezza del desco che stava per imbandire.

5,00€

La Commedia dell’Arte non nasce in nessuna città, nessuna patria sicura per un teatro che vive del viaggio e dello scambio. La fame e la sete erano una dura realtà per le compagnie di teatranti che tra il ‘500 e il ‘600 girovagavano tra le corti dei potenti d’Italia, Francia, Spagna e Inghilterra, con alterne fortune.
Si racconta in questo libro della vita e dei gusti dei comici “Gelosi”, la compagnia che annoverò tra le sue fila, ed era una novità assoluta, una prima attrice come Isabella Andreini, comica virtuosa. Fatto eclatante visto che fino ad allora le parti femminili erano recitate da uomini, e fu questo uno dei motivi del successo delle compagnie italiane.
Un viaggio malinconico e reale sulla carretta dei comici per parlare di cibo, ma non solo: leggendo il libro si scopre infatti che questi poveri disperati in realtà potevano abbuffarsi solo quando sedevano alle tavole dei ricchi a cui allietavano l’animo. Ciò che emerge dai loro diari sono le storie minime, fatte di passioni travolgenti e fughe, comicità e pantagrueliche abbuffate, ma soprattutto quelle legate a un’ordinaria follia quotidiana che li spinge a girovagare animati dal demone, spietato e affascinante, dei guitti.
E chi vorrà assaporare il gusto del tempo potrà provare le ricette (molte riportate direttamente dalle fonti) dei testi classici della Francia seicentesca, di uno scalco famoso, Antonio Latini, di La Varenne, tra i primi a comporre trattati gastronomici, di Bartolomeo Stefani e del famoso cuoco francese Vatel che si suicidò per paura di di non essere all’altezza del desco che stava per imbandire.

12,00€
ali&no editrice snc - Strada Trasimeno Ovest 165/C5 - PI e CF 02189170547
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