Ombretta Ciurnelli


Ombretta Ciurnelli vive da sempre a Perugia, dove per molti anni ha insegnato Materie Letterarie e Latino nei Licei. La sua poesia, in cui racconta e si racconta con i suoni aspri e terragni del registro arcaico del dialetto di Perugia, le ha valso numerosi riconoscimenti, tra cui il premio nazionale di poesia in dialetto “Città di Ischitella-Pietro Giannone” (2009). Dopo la prima raccolta, Badarellasse ncle parole, abbecedario di acrostici (Guerra, Perugia 2007), nel 2009 ha pubblicato L’arcontastorie (Guerra, Perugia), in cui in versi novenari narra drammatiche vicende di donne sullo sfondo di un’arcaica società contadina, nel 2010 la raccolta Si curron le formiche (Guerra, Perugia) e nel 2013 La città del vento. Poesie in lingua perugina (Cofine, Roma), opera segnalata al premio nazionale di poesia “Sandro Penna”. Ha al suo attivo un testo teatrale in lingua italiana, Dai campi di granturco ai gelsomini (Fabbri, Perugia 2012), ed è tra i curatori dell’antologia OliveTolive. Poesia dell’olivo da Omero a oggi (Fabbri, Perugia 2011). Nel 2015 ha curato l’antologia Dialetto Lingua della Poesia (Roma, Cofine), in cui sono raccolte poesie ‘metalinguistiche’ di cento poeti, da Carlo Porta ai giorni nostri, con l’intento di cogliere il valore e il significato del dialetto nella vita e nella scrittura poetica.
 

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L’autotraduzione letteraria è l’atto di volgere un proprio scritto in un’altra lingua e, al tempo stesso, il prodotto di tale operazione. Tradursi è scoprire un sé riflesso in un’altra lingua, in uno spazio poetico che si sostanzia della metamorfosi di forme e suoni, in cui anche una riscrittura fedele può essere specchio rivelatore di ciò che si nasconde nei gorghi delle parole.
 

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