In questo libro, uno dei pochissimi testi monografici dedicati agli Spagnoli, i destini dei personaggi s’intrecciano alle vicende cittadine in una sorta di scrittura di confine a metà tra il memoriale e la ricerca storica.
Di questa interessante monografia era già uscita una prima versione, in pochissimi esemplari ormai introvabili, nel 2001 e un'altra nel 2010.
Ad Arezzo «parlano anche i sassi». Così, secondo storico Attilio Brilli, amava ripetere un certo Filippo Palmi, guida turistica dell’Ottocento. E non aveva tutti i torti. Per rendersene conto basta percorrere le stecche del ventaglio di pietra – è questa la forma del centro storico - ovvero le vie che si arrampicano sul colle convergendo verso il duomo, e lasciarsi sorprendere dagli innumerevoli segnali che ventisei secoli di un’ininterrotta vicenda urbana hanno sparso in questa terra per ogni dove. Quattro itinerari a piedi per conoscere personaggi, storie popolari e storie ufficiali, tracce di un passato che ancora si può leggere nei muri e nei palazzi di un centro storico antico e suggestivo circoscritto dalla cerchia di mura medicee. Un viaggio nelle trame e nelle vite di artisti e letterati, signori e popolani, nei locali storici e nelle dimore private, un percorso di trekking urbano che può donare una ricchezza di suggestioni tale da restare nell’animo ben oltre l’inevitabile impatto che Arezzo è solita offrire ai turisti mordi-e-fuggi, abbagliati dall’armonica irregolarità di piazza Grande e dal fascino dei suoi monumenti. A patto che lo si sappia affrontare con la giusta disposizione d’animo e lo si assapori con una camminata lenta e curiosa, quella dei fuori guida.
Nei cinque itinerari, che si spingono talora oltre la cerchia antica, sono raccontate identità cittadine legate alla pietra, all’acqua e al tessuto, tre filoni che caratterizzano Prato, a partire da fonti storiche e letterarie, con un occhio attento alle tradizioni ma anche ai segni della contemporaneità.
Ad Arezzo «parlano anche i sassi». Così, secondo storico Attilio Brilli, amava ripetere un certo Filippo Palmi, guida turistica dell’Ottocento. E non aveva tutti i torti. Per rendersene conto basta percorrere le stecche del ventaglio di pietra – è questa la forma del centro storico - ovvero le vie che si arrampicano sul colle convergendo verso il duomo, e lasciarsi sorprendere dagli innumerevoli segnali che ventisei secoli di un’ininterrotta vicenda urbana hanno sparso in questa terra per ogni dove. Quattro itinerari a piedi per conoscere personaggi, storie popolari e storie ufficiali, tracce di un passato che ancora si può leggere nei muri e nei palazzi di un centro storico antico e suggestivo circoscritto dalla cerchia di mura medicee. Un viaggio nelle trame e nelle vite di artisti e letterati, signori e popolani, nei locali storici e nelle dimore private, un percorso di trekking urbano che può donare una ricchezza di suggestioni tale da restare nell’animo ben oltre l’inevitabile impatto che Arezzo è solita offrire ai turisti mordi-e-fuggi, abbagliati dall’armonica irregolarità di piazza Grande e dal fascino dei suoi monumenti. A patto che lo si sappia affrontare con la giusta disposizione d’animo e lo si assapori con una camminata lenta e curiosa, quella dei fuori guida.
Attraverso le voci di importanti firme del panorama culturale italiano, tra cui Furio Colombo, Giosetta Fioroni, Dacia Maraini, Enzo Siciliano, Eugenio Scalfari, Elisabetta Rasy, e i materiali inediti messi a disposizione dalla famiglia, è qui raccontata la vita, a lungo rimasta nell’ombra, di una delle donne più brillanti che hanno animato la società letteraria e artistica del Novecento.