L’autore realizza una riflessione sulle situazioni giuridiche soggettive tenendo in considerazione la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea e quello della Corte europea dei diritti dell’uomo. Se è infatti diretta espressione del potere degli ordinamenti giuridici quella di attribuire rilevanza agli interessi dei singoli e di salvaguardarli elaborando molteplici modelli di protezione, questa evidenza trova oggi la necessità di confrontarsi quotidianamente con una sovranità statale costantemente erosa dall’adesione degli Stati a realtà sovranazionali complesse chiamate a realizzare processi di profonda integrazione regionale per mission, come l’Unione Europea, ovvero attraverso un crescente effetto spill-over come nel caso della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali. La giurisprudenza delle due Corti richiamate ha spostato, e continua a muovere, il punto di equilibrio tra le posizioni giuridiche soggettive riconosciute agli individui, sussumendole attraverso la garanzia delle medesime tutele.
Esiste un innegabile rapporto fra il diritto dei contratti e la regolazione del mercato del settore elettrico. Il settore in esame, infatti, recentemente toccato dal processo di liberalizzazione, mostra con più evidenza di altri la stretta connessione esistente tra due corpi normativi, quello amministrativo e quello privatistico quali leganti intrinseci tra il fenomeno del mercato e la presenza del diritto. Nel testo si analizzano quindi, dal punto di vista del diritto privato, gli elementi caratterizzanti il mercato dei Certificati Verdi.
Esiste un interessante legame tra la storia dell’integrazione nell’Unione Europea e le situazioni giuridiche che l’ordinamento comunitario ha riconosciuto e riconosce ai singoli, in ragione della funzione che soprattutto la Corte di Giustizia ha ad esse attribuito nel tempo. La finalità del libro è l’identificazione della metodologia utilizzata dalla Corte di Giustizia europea nella qualificazione delle situazioni giuridiche riconosciute ai singoli nell’ordinamento giuridico dell’Unione Europea, attraverso l’analisi delle pronunce della Corte di Giustizia.
La comprensione del processo ermeneutico di analisi della realtà giuridica compiuta dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo permette di cogliere come le sue pronunce si nutrano dei principi nazionali già statuiti, dando loro un nuovo ruolo in un quadro più ampio di unificazione giuridica europea. La C.E.D.U. fa appello, nella sua attività interpretativa, alle tradizioni giuridiche degli Stati ad essa aderenti, attraverso una lettura delle norme convenzionali effettuata anche alla luce dei diritti nazionali. Nell’interpretare il contenuto delle disposizioni della C.E.D.U., la Corte di Strasburgo in ogni caso applica, in linea di massima, il principio di autonomia, secondo cui i diritti e le libertà garantiti devono essere intesi nel significato da attribuire loro nel contesto della Convenzione e non mediante semplice riferimento al diritto nazionale. Dall’analisi del percorso tracciato si giunge ad individuare l’articolazione delle situazioni giuridiche del sistema C.E.D.U. ed il suo contributo ad una qualificazione unitaria della situazioni giuridiche soggettive come tendenza del diritto europeo.