Le devoluzioni successorie svolgono all’interno del sistema un ruolo cruciale, consentendo la realizzazione, da un lato, dell’interesse generale alla prosecuzione dei rapporti giuridici, che non possono rimanere privi di titolare (se non per un tempo limitato), e, dall’altro, dell’interesse liberale dell’ereditando, che può essere o meno oggettivato nella disposizione e può consistere, ad esempio, nella rimunerazione di servizi resi o da rendere, nella considerazione dei bisogni del beneficiario (magari soggetto debole), nell’assicurare la continuità di impresa o, più semplicemente, in ragioni affettive, amicali, etico-religiose, di appartenenza a gruppi. In questo quadro, il principio di causalità concreta consente la migliore realizzazione degli interessi giuridicamente rilevanti, utilizzando di volta in volta lo strumento, sia esso inter vivos o mortis causa, più appropriato per il loro raggiungimento. Si pone così rimedio, attraverso l’atto di autonomia privata sapientemente orientato, alla rigidità del sistema successorio, che, in ossequio al concetto di unità della successione, non tiene conto nel meccanismo devolutivo né dei bisogni dei soggetti, né delle qualità dei beni.