Daniele Giovagnoni vive e lavora a Perugia esercitando la professione di geologo. È uno dei fondatori dell’Officina delle Scritture e dei Linguaggi e tiene corsi di scrittura creativa e sceneggiatura del fumetto.
Per i tipi di ali&no editrice ha pubblicato il romanzo Non nuoce gravemente alla salute – Appunti di un coltivatore di canapa; il secondo volume della collana “Storie & Strisce” Frate Giovanni da Pian di Carpine: Mission Impossible, insieme al maestro Marco Vergoni, e il saggio Consigli (tra le righe) ad aspiranti scrittori.
Un romanzo che è un concentrato di intrecci, una spy story d'altri tempi che si lascia leggere tutta d'un fiato.
Il fumetto racconta, in chiave ironica e dissacratoria, la vita e le imprese di Fra’ Giovanni da Pian di Carpine, francescano di Magione (PG), che poco dopo l’anno Mille (e 27 anni prima di Marco Polo) compì un viaggio straordinario lungo oltre diecimila chilometri fino a raggiungere la corte del Gran Khan dei Mongoli.
La ricostruzione del viaggio del frate è supportata da una cartina esplicativa e da note storiche.
Che cosa si cela dietro le lettere di rifiuto scritte dalle case editrici agli aspiranti scrittori che mandano loro i propri manoscritti?
Quali sono i criteri con cui un editore sceglie di pubblicare o rifiutare le opere che gli pervengono?
Come deve essere stilato un qualsiasi scritto in modo da poter interessare i valutatori incaricati di consigliare l’editore sul pubblicarlo o meno?
Quali errori bisogna evitare, come deve essere proposta un’opera in maniera che sia accattivante?
Le risposte a queste domande si trovano tra le righe di questo libro, che racconta in presa diretta l’esperienza di uno dei lettori che esaminano i manoscritti che arrivano alla nostra casa editrice.
Sono stati scritti migliaia di libri sulla scrittura e sullo scrivere creativo e decine di autori si sono cimentati nella stesura di saggi in cui raccogliere le proprie esperienze e i consigli da trasmettere ad altri futuri scrittori.
Bene, questo è solamente uno in più.
E come tutti i libri sulla scrittura che l’hanno preceduto anche questo non ha la pretesa di insegnare come scrivere dei capolavori, ma quantomeno di far riflettere una persona che si accinge a stilare un racconto sugli errori da non commettere.
Che cosa si cela dietro le lettere di rifiuto scritte dalle case editrici agli aspiranti scrittori che mandano loro i propri manoscritti?
Quali sono i criteri con cui un editore sceglie di pubblicare o rifiutare le opere che gli pervengono?
Come deve essere stilato un qualsiasi scritto in modo da poter interessare i valutatori incaricati di consigliare l’editore sul pubblicarlo o meno?
Quali errori bisogna evitare, come deve essere proposta un’opera in maniera che sia accattivante?
Le risposte a queste domande si trovano tra le righe di questo libro, che racconta in presa diretta l’esperienza di uno dei lettori che esaminano i manoscritti che arrivano alla nostra casa editrice.
Sono stati scritti migliaia di libri sulla scrittura e sullo scrivere creativo e decine di autori si sono cimentati nella stesura di saggi in cui raccogliere le proprie esperienze e i consigli da trasmettere ad altri futuri scrittori.
Bene, questo è solamente uno in più.
E come tutti i libri sulla scrittura che l’hanno preceduto anche questo non ha la pretesa di insegnare come scrivere dei capolavori, ma quantomeno di far riflettere una persona che si accinge a stilare un racconto sugli errori da non commettere.
Si può leggerlo come un diario, si possono scorrere le sue pagine cercando un punto di partenza, un punto preciso da dove si dipanano la storia e i personaggi di questo romanzo. Questo punto si trova nel vissuto quotidiano.
Ma il tentativo di coltivazione illegale di poche piante di cannabis si trasforma in un pretesto per ripercorrere la storia della messa al bando della pianta di canapa, vista dagli occhi di un uomo qualunque in una città anonima che potrebbe identificarsi in una qualsiasi città d’Italia. Il protagonista, affiancato da personaggi e trame a volte quasi paradossali, mette in guardia contro lo strapotere vessatorio che gli enti pubblici hanno sul semplice cittadino e racconta il difficile rapporto tra genitori e figli attraverso una costante ricerca di tranquillità interiore in sintonia con la natura e l’ambiente.
Alla luce delle notizie pubblicate in cronaca negli ultimi mesi, a partire dalla richiesta dell’OMS di depenalizzare consumo e coltivazione di cannabis in tutto il mondo, il romanzo assume un’attualità sconcertante.
Si può leggerlo come un diario, si possono scorrere le sue pagine cercando un punto di partenza, un punto preciso da dove si dipanano la storia e i personaggi di questo romanzo. Questo punto si trova nel vissuto quotidiano.
Ma il tentativo di coltivazione illegale di poche piante di cannabis si trasforma in un pretesto per ripercorrere la storia della messa al bando della pianta di canapa, vista dagli occhi di un uomo qualunque in una città anonima che potrebbe identificarsi in una qualsiasi città d’Italia. Il protagonista, affiancato da personaggi e trame a volte quasi paradossali, mette in guardia contro lo strapotere vessatorio che gli enti pubblici hanno sul semplice cittadino e racconta il difficile rapporto tra genitori e figli attraverso una costante ricerca di tranquillità interiore in sintonia con la natura e l’ambiente.
Alla luce delle notizie pubblicate in cronaca negli ultimi mesi, a partire dalla richiesta dell’OMS di depenalizzare consumo e coltivazione di cannabis in tutto il mondo, il romanzo assume un’attualità sconcertante.